UN PO' DI STORIA
Non ricordo carretto, furgoncino, bancarella o tavolino di dolciumi che non la abbia in bella vista. Molte famiglie siciliane la preparano durante ricorrenze ben precise: Festa dei morti, Natale, San Giuseppe, Pasqua o per le feste patronali. La mia no, la mia la prepara quando c’è voglia di un dolce facile, veloce e divertente. Perché divertente? Beh, siete mai riusciti a mangiare qualcosa di molto duro senza fare buffe espressioni, senza spalancare e storcere la bocca come se foste un cagnolino alle prese col suo osso o senza arricciare il naso e strizzare gli occhi per lo sforzo? Io no! Ecco, la cubbaita o giuggiulena è un dolce godurioso, ma, come dice Camilleri nel suo "Elogio della cubaita dell'Antico Torronificio Nisseno”, anche da meditazione, perché non va aggredito, va lasciato ammorbidire tra le labbra.
Si tratta di un dolce dai pochi, pochissimi ingredienti, la tradizione lo vuole composto da zucchero, miele, semi di sesamo e mandorle. Il nome di questo dolce varia a seconda della zona della Sicilia in cui ci si trova. Nella parte orientale viene chiamato giuggiulena, mentre in quella occidentale cubbaita. Entrambi i termini sono di origine araba, il primo deriva dalla parola giolgiola o giulgiulan che significa sesamo, mentre il secondo da qubbaytovvero mandorlato. In realtà non si tratta di una preparazione esclusivamente siciliana, infatti troviamo questo dolce anche in altre parti d’Italia, per esempio in Basilicata, Puglia, Toscana, Piemonte, Lombardia, ma anche fuori come a Malta. Cambia il nome e qualche ingrediente, ma la tecnica e la sostanza resta sempre la stessa. Anche i dizionari italiani riportano diverse trascrizioni: la parola araba identificata è a volte qubbayta, altre qubbiyat, altre ancora qubbiat e perfinoqubbajt, mentre le traduzioni sono cubaita, cubbaita, cubarla, copata, cupita, copeta; (ogni variante ha la sua). Una differenziazione che ho trovato è quella fatta dall’ Associazione dell’Accademia della Cucina Siciliana:“(…) la Cubbaita (Qubbayt), ossia, un dolcissimo torrone di miele con semi di sesamo e mandorle; (…) la Cupita o meglio Copata: torrone molto duro confezionato in grossi pani, a base di nocciole, albume d'uovo, zucchero miele ed amido”.Quel che importa è che ognuno è in grado di poterla fare a casa propria e gustarla in compagnia, da solo, all’aperto e al chiuso. Presentandola in eleganti vassoi, in barattoli di vetro o, come racconta sempre Camilleri, tenendola dentro al cassetto del comodino per mangiarla prima di andare a letto o nella tasca.
Si tratta di un dolce dai pochi, pochissimi ingredienti, la tradizione lo vuole composto da zucchero, miele, semi di sesamo e mandorle. Il nome di questo dolce varia a seconda della zona della Sicilia in cui ci si trova. Nella parte orientale viene chiamato giuggiulena, mentre in quella occidentale cubbaita. Entrambi i termini sono di origine araba, il primo deriva dalla parola giolgiola o giulgiulan che significa sesamo, mentre il secondo da qubbaytovvero mandorlato. In realtà non si tratta di una preparazione esclusivamente siciliana, infatti troviamo questo dolce anche in altre parti d’Italia, per esempio in Basilicata, Puglia, Toscana, Piemonte, Lombardia, ma anche fuori come a Malta. Cambia il nome e qualche ingrediente, ma la tecnica e la sostanza resta sempre la stessa. Anche i dizionari italiani riportano diverse trascrizioni: la parola araba identificata è a volte qubbayta, altre qubbiyat, altre ancora qubbiat e perfinoqubbajt, mentre le traduzioni sono cubaita, cubbaita, cubarla, copata, cupita, copeta; (ogni variante ha la sua). Una differenziazione che ho trovato è quella fatta dall’ Associazione dell’Accademia della Cucina Siciliana:“(…) la Cubbaita (Qubbayt), ossia, un dolcissimo torrone di miele con semi di sesamo e mandorle; (…) la Cupita o meglio Copata: torrone molto duro confezionato in grossi pani, a base di nocciole, albume d'uovo, zucchero miele ed amido”.Quel che importa è che ognuno è in grado di poterla fare a casa propria e gustarla in compagnia, da solo, all’aperto e al chiuso. Presentandola in eleganti vassoi, in barattoli di vetro o, come racconta sempre Camilleri, tenendola dentro al cassetto del comodino per mangiarla prima di andare a letto o nella tasca.
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I PRODUTTORI (1)
Fratelli Fiasconaro
Piazza Margherita 10, 90013, Castelbuono (PA)
Piazza Margherita 10, 90013, Castelbuono (PA)
LE RICETTE (1)
http://giallatraifornelli.blogspot.it/2011/05/la-cubbaita-o-giuggiulena-e-un-libro-da.html
Inserito da gialla
- Gialla tra i fornelli
APPROFONDIMENTO (2)
http://www.vigata.org/bibliografia/elogiodellacubaita.shtml
Inserito da gialla
- Gialla tra i fornelli
http://www.accademiadellacucinasiciliana.it/sito/le-nostre-ricette.html
Inserito da gialla
- Gialla tra i fornelli