
DENOMINAZIONE E ORIGINI
La grappa si ottiene per distillazione di vinacce fermentate, tramite vapore acqueo o dopo l’aggiunta di acqua; possono fregiarsi del nome Grappa, solo le acqueviti di questa tipologia prodotte in Italia. A loro volta, le vinacce - le bucce degli acini d’uva separate dal mosto o dal vino – devono provenire esclusivamente da uve prodotte e vinificate in Italia.
La leggenda più famosa sulla nascita della grappa narra di un legionario romano, che nel I secolo A.C. ricevette come compenso un piccolo vitigno in Friuli. Questo soldato, un po’ pirata e un po’ signore, avrebbe sottratto in Egitto un esemplare della già citata Crisopea di Cleopatra, producendo con essa la prima acquavite. Altre storie fanno derivare il nome del liquore dalla città di Bassano del Grappa.
Il nome grappa deriva dai termini dialettali usati per indicare la materia prima, le vinacce, denominate grapa ograspa nel Nord, ètrapa in Istria, traspa, brasca o brusca nel Nordest.
Leggenda vuole che la prime acquavite fosse prodotta da un legionario romano a cui fu donato un piccolo vitigno in Friuli. Reduce dalla campagna d’Egitto, portò con se un esemplare di Crisopea di Cleopatra – scienziato Egiziano omonimo della regina - uno dei primi alambicchi. Come tutti i distillati, fu codificato dalla Scuola Salernitana nell’anno 1000 ed esistono documenti del 1400 che testimoniano l’esportazione di questo prodotto dal Veneto e dal Friuli verso il nord Europa.
La leggenda più famosa sulla nascita della grappa narra di un legionario romano, che nel I secolo A.C. ricevette come compenso un piccolo vitigno in Friuli. Questo soldato, un po’ pirata e un po’ signore, avrebbe sottratto in Egitto un esemplare della già citata Crisopea di Cleopatra, producendo con essa la prima acquavite. Altre storie fanno derivare il nome del liquore dalla città di Bassano del Grappa.
Il nome grappa deriva dai termini dialettali usati per indicare la materia prima, le vinacce, denominate grapa ograspa nel Nord, ètrapa in Istria, traspa, brasca o brusca nel Nordest.
Leggenda vuole che la prime acquavite fosse prodotta da un legionario romano a cui fu donato un piccolo vitigno in Friuli. Reduce dalla campagna d’Egitto, portò con se un esemplare di Crisopea di Cleopatra – scienziato Egiziano omonimo della regina - uno dei primi alambicchi. Come tutti i distillati, fu codificato dalla Scuola Salernitana nell’anno 1000 ed esistono documenti del 1400 che testimoniano l’esportazione di questo prodotto dal Veneto e dal Friuli verso il nord Europa.
PRODUZIONE E TIPI
La grappa si ottiene per distillazioni successive delle vinacce, alle quali è stata aggiunta acqua o vapore acqueo. I metodi di distillazione più comuni sono quello discontinuo a vapore e quello a bagnomaria. Nelle diverse fasi della distillazione sarà necessario eliminare la testa e la coda della produzione, contenenti rispettivamente metanolo ed alcaloidi pesanti. Il cuore della produzione sarà pari a circa l’8% del liquido di partenza.
La grappa appena distillata è denominata grappa giovane. Affinata in botte, può denominarsi invecchiata solo dopo 12 mesi d’invecchiamento, o stravecchia dopo 18 mesi. Le grappe aromatizzate, si ottengono per infusioni di grappa ed essenze naturali, quali frutti, piante, bacche.
La grappa appena distillata è denominata grappa giovane. Affinata in botte, può denominarsi invecchiata solo dopo 12 mesi d’invecchiamento, o stravecchia dopo 18 mesi. Le grappe aromatizzate, si ottengono per infusioni di grappa ed essenze naturali, quali frutti, piante, bacche.
LA GRAPPA TRENTINA
Nel 1838 fu rinvenuta, in val di Cembra, la Situla di Cembra, un contenitore in bronzo risalente al VI secoloa.c. con un’iscrizione che inneggiava alla qualità del vino, da sempre prodottoin questa valle.
Il distillato delle vinacce veniva anticamente utilizzato come medicinale e come riserva energetica, come conforto per boscaioli, alpini o minatori impegnati al freddo nelle loro fatiche.
La tradizione trentina vuole che la grappa si ottenga da un alambicco "discontinuo a bagnomaria",detto metodo "Tullio Zadra" in onore del primo sperimentatore di questo particolare sistema, tanto da acquisirne la denominazione di prodotto tipico: Grappa giovane trentina - metodo Tullio Zadra.
Il distillato delle vinacce veniva anticamente utilizzato come medicinale e come riserva energetica, come conforto per boscaioli, alpini o minatori impegnati al freddo nelle loro fatiche.
La tradizione trentina vuole che la grappa si ottenga da un alambicco "discontinuo a bagnomaria",detto metodo "Tullio Zadra" in onore del primo sperimentatore di questo particolare sistema, tanto da acquisirne la denominazione di prodotto tipico: Grappa giovane trentina - metodo Tullio Zadra.
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I PRODUTTORI (1)

L'Ones
Via Costa 32, 38030, Panchia' (TN)
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