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Pesca iris rosso
Frutta e Verdura

Pesca iris rosso
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Barbara
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Ricette Barbare  il 06/09/2011
STORIA
La pesca Iris rosso deve la sua tradizionalità alla elevata diffusione, in particolare nell’Isontino, nel secondo dopoguerra; la varietà venne costituita e selezionata in loco dal cav. Pietro Martinis (1902 - 1969) che la diffuse nel 1950. Questa e altre cultivar di pesco costituite dal Martinis (denominate in modo collettivo “varietà isontine”) hanno svolto un ruolo determinante nello sviluppo della peschicoltura nelle aree vocate della pianura friulana (Zandigiacomo, 2000). Questa varietà di pesco è coltivata da molti decenni in varie zone del Friuli-Venezia Giulia, anche se nel corso degli ultimi anni la coltivazione ha subito una forte riduzione dovuta principalmente alla diffusione di nuove varietà. Viene tuttora coltivata per diverse caratteristiche positive, quali: costanza di produzione, polpa soda, bianca, semiaderente, caratteristiche estetiche (frutti medio-grossi, buccia estesamente soffusa di rosso) e organolettiche buone. Questa varietà di pesco è stata costituita nell’Isontino dal cav. Pietro Martinis con incrocio Porpurea x (J.H. Hale x Red Bird) (Fideghelli et al., 1980; Della Strada et al., 1986; Zandigiacomo, 2000).
Dopo la selezione questa varietà venne diffusa nel 1950 (Fideghelli et al., 1980; Della Strada et al., 1986). Ebbe subito, al pari di altre varieta di pesco costituite sempre dallo stesso Martinis (es. cv Triestina, Isontina, Julia, Pisana, Fior di Monaco, Flavia, Santa Lucia) (Bellini e Scaramuzzi, 1975), un buon successo in regione, in quanto ben adattata alle condizioni pedo-climatiche locali (Zandigiacomo, 2000), ma anche in altre regioni italiane (es. Emilia-Romagna).
Negli Atti del Convegno regionale sul Pesco, tenutosi a Fiumicello (UD) nel 1969, si afferma che, sulla base dei risultati ottenuti in alcuni pescheti sperimentali curati dall’Ispettorato provinciale dell’agricoltura di Gorizia, fra le “varietà Martinis” si potevano consigliare “Fior di Monaco, Juliana, Pisana e soprattutto Iris rosso” (AA.VV., 1970).
Pochi anni più tardi, un’accurata indagine sulla consistenza della frutticoltura del Friuli Venezia Giulia, condotta nel 1976 (Youssef e Nassimbeni, 1977), mise in luce che la superficie a pesco in Regione si attestava su 508 ettari (compresi 15 ha investiti a nettarine) con circa una sessantina di varietà, delle quali 22 con almeno 7 ettari di superficie. Fra le prime dieci varietà di pesco sono elencate ben cinque cultivar costituite dal Martinis (comprendenti Iris rosso al 7° posto assoluto), alle quali ne seguono altre cinque nelle seconde dieci. Di anni successivi si conoscono ulteriori dati sulla coltivazione in Friuli Venezia Giulia della cultivar Irisi rosso (e altre) sulla base delle statistiche regionali di Castagnaviz (1980, 1981, 1983,).
Da un secondo approfondito censimento della frutticoltura regionale condotto nel 1983 (Youssef et al., 1985), è risultato che il pesco (comprese le nettarine) era coltivato in Regione su 220 ha. Fra le varietà del Martinis prevalevano Isontina e Iris Rosso (ca. 9 ha ciascuna); ad esse seguivano, in ordine decrescente, le cv Cormonese, Santa Lucia, Julia, Triestina (ca. 3 ha), Fior di Monaco, Juliana, Flavia e Pisana. Da allora, lentamente le superfici coltivate in Regione con la varietà in esame sono andate progressivamente riducendosi. La varietà Iris rosso (insieme a numerose altre varietà costituite dal Martinis) è attualmente conservata nelle collezioni del germoplasma di pesco delle seguenti istituzioni (cfr. anche Sartori et al., 2003):
  • Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree (IVALSA) (ex Istituto di Propagazione delle Specie Legnose - IPSL) del C.N.R. presso l’Azienda sperimentale “S. Paolina” di Follonica (GR);
  • Consiglio per la Ricerca Agricola (CRA) (ex Istituto Sperimentale per la Frutticoltura - ISF) del Mi.P.A.F., presso l’azienda agricola Fiorano di Roma;
  • Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali dell’Università di Padova, presso l’azienda agraria sperimentale di Legnaro - Agripolis (PD);
  •  Dipartimento di Colture Arboree (ex Istituto di Coltivazioni arboree) dell’Università di Bologna, presso l’azienda didattico-sperimentale di Cadriano di Granarolo Emilia (BO).
  • La cv Iris Rosso, per le buone caratteristiche complessive, è stata utilizzata quale “genitore” nell’ambito di un programma di miglioramento genetico del pesco con metodi tradizionali, presso l’Istituto Sperimentale per la Frutticoltura. Nell’ambito di tale attività, Liverani e Cobianchi hanno costituito la varietà Bea (Suncrest x Iris Rosso), a pasta bianca, diffusa nel 1993 (Sartori et al., 2003).
    PRODUZIONE
    Le tradizionali operazioni agronomiche, riferite per lo più a piccoli gruppi di piante negli orti familiari, sono di seguito descritte.
    Impianto: Il trapianto viene condotto in autunno-inverno quando il terreno non è ghiacciato o eccessivamente umido. Dopo la classica preparazione del terreno vengono messi a dimora gli astoni con un sesto d'impianto di 5 m x 5 m. In primavera le piantine vengono tagliate a circa 60 cm da terra e si alleva un singolo pollone che poi andrà a formare il vaso.
    Potatura: La potatura di allevamento porta alla costituzione della tradizionale forma a vaso. A giugno, quando il getto principale ha raggiunto la lunghezza di circa 85 cm, il getto "domestico" si taglia a circa 65 cm. Quindi si passa alla gestione dei 3 o 4 getti anticipati che devono essere impalcati a circa 50 cm da terra. Aiutandosi con dei paletti questi getti danno luogo alla tradizionale forma a vaso della pianta. Relativamente alla potatura di produzione, in estate si provvede ad "arieggiare" la chioma con interventi di ripulitura da succhioni e con altri leggeri interventi. In inverno, invece, si interviene per mantenere una buona struttura ed una elevata carica di gemme. Essendo piante dal portamento vigoroso, necessitano di operazioni di potatura secca mirate e attente e buoni interventi di potatura verde. Allegando un elevato numero di fiori sono necessari interventi di diradamento dei frutti.
    Raccolta: La raccolta viene effettuata manualmente con l'uso di ceste e/o secchi e con una lavorazione in campo (si può fare anche in locali aziendali) che consiste in una leggera toelettatura e nella disposizione del prodotto in cassette provviste di contenitori alveolari. Il prodotto così confezionato va direttamente sul mercato. Data la media resistenza alle manipolazioni da parte dei frutti si preferisce manipolare il prodotto direttamente in campo dopo la raccolta (incassettatura e minima toelettatura).
    QUALITA'
    Frutto: di peso medio (135 g circa), circonferenza media 20,4 cm; forma rotondo-ellittica, simmetrica o leggermente assimmetrica, con apice leggermente o mediamente incavato, linea di sutura superficiale o lievemente incavata.
    Buccia: mediamente o molto tomentosa, verde chiaro, con sovracolore rosso intenso, medio o smorto, sfumato e marezzato sul 60-90% della superficie, medio-spessa, raramente soggetta a spaccature, suscettibile alla lesione della cavità peduncolare al distacco del frutto.
    Polpa: bianca, leggermente venata di rosso, mediamente soda, di media tessitura, semiaderente, di buon sapore.
    Nocciolo: medio, globoso o subgloboso.
    Giudizio d'insieme: una delle migliori cultivar a polpa bianca della sua epoca.

    Fonte: Agenzia per lo sviluppo rurale del Friuli Venezia Giulia
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    I PRODUTTORI (1)

    Azienda Agricola di Bianchin Emiliano
    Azienda Agricola di Bianchin Emiliano
    Via Trieste 67, 33050, Fiumicello (UD)

    LE RICETTE (1)

    http://ricettebarbare.blogspot.com/2011/07/crostata-di-pesche.html
    Inserito da Barbara - Ricette Barbare