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Scalogno di Romagna IGP
Frutta e Verdura
Questo è un prodotto estivo

Scalogno di Romagna IGP
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Marina
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La Tarte Maison  il 03/01/2013
SCALOGNO DI ROMAGNA
Storia del prodotto
Si pensa che lo scalogno sia stato portato in Europa dai popoli che migrarono dal Medio Oriente, per la precisione da Ascalon antica città della Palestina. Citato come cibo di Venere nei testi latini, lo scalogno è presente nei ricettari medievali dal XIII secolo. In Romagna è sempre stato coltivato ma raramente commercializzato, veniva prodotto soprattutto per autoconsumo familiare e andava ad integrare marginalmente il reddito delle famiglie contadine.
 
Sistema di produzione
La denominazione IGP è stata ottenuta nel 1997 ed è riservata allo scalogno prodotto esclusivamente in alcune zone delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna.
Il terreno adatto è quello di medio impasto, tendente all’'argilloso, ben drenato e soleggiato. Lo scalogno non può essere piantato là dove in precedenza sono state piantate altre Liliacee (aglio, cipolla) e può tornare ad essere coltivato nello stesso appezzamento dopo 5 anni. Ideale è far seguire la coltura dopo quella di frumento, orzo, radicchio e carote. Lo scalogno si propaga per bulbilli la messa a dimora ideale è quella fatta a mano, nei mesi di novembre e dicembre, a distanza di 10-15 centimetri e interrandoli a 4-6 centimetri. Non necessita di trattamenti o concimazioni chimiche.
La raccolta inizia a giugno e continua fino a luglio. Una volta raccolti i bulbi la conservazione deve essere assicurata in luoghi areati e su graticci che permettano la circolazione dell’'aria. Per evitare che ricominci la germinazione è importante non superare i 25° gradi di temperatura e mantenere un’ umidità relativa intorno a 75%. In questo modo lo scalogno di Romagna si conserva bene fino a novembre dopodiché se ne consiglia la conservazione in celle frigorifere.
 
Qualità

Le caratteristiche tipologiche dello Scalogno di Romagna IGP sono inconfondibili: è piccolo, a forma di fiaschetto allungato, colorazione rosata e un’ aromaticità facilmente distinguibile da tutte le altre coltivate in Italia e all’'estero. Come l’aglio si presenta a spicchi ma a differenza di questo gli spicchi non sono chiusi all'’interno di un unico involucro. I piccoli bulbi possono essere da 5 a 40, aggregati fra loro e rivestiti da una pellicola il cui colore vari dal ramato al rossastro o bruno.
Lo scalogno di Romagna non è mai stato trovato allo stato selvatico perché non fa fiore per cui non c’'è possibilità di scambio di pollini. Per questo è importante conservare una parte dei bulbi dell’' anno da poter utilizzare per ottenere un nuova produzione. Si deve necessariamente conservare il bulbo, ma quest’'ultimo ha un periodo limitato di conservazione, per cui ipoteticamente se nessuno ripianta il bulbo dell’' anno il tipico scalogno di Romagna scompare.

Fonte: G. Pozzetto, “Lo Scalogno diRomagna, cibo per Venere in 579 ricette” (Panozzo –2001)
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I PRODUTTORI (1)

Zaccarini Giuseppe
Zaccarini Giuseppe
Via Bosche 2, 48025 , Riolo Terme (RA)

LE RICETTE (1)

http://www.latartemaison.it/2012/12/vellutata-di-scalogno-e-riso/
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APPROFONDIMENTO (1)

http://www.riolotermeproloco.it/scalogno.asp
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