STORIA
Protagonisti delle fiere e delle feste cittadine Toscane oggi, tuttavia questo antichissimo dolce risale al lontano 300, quando Brigida la Svedese fondatrice dell'ordine del Santo Salvatore, (ordine delle suore brigidine) venendo a Roma per un pellegrinaggio sostò in un paesino vicino Lamporecchio. Ai poveri distribuì queste piccole cialde dolci, ma così apprezzate che rimasero impresse, e definiti dai poveri di allora come prelibatezza e mai assaggiato cosa più buona. Da quel giorno Lamporecchio non ha mai smesso di produrli. Ingredienti genuini mai cambiati con il trascorrere del tempo.
Fonte: il vero brigidino di Lamporecchio
QUALITA'
Umili ingredienti, immutati nel tempo, uova, farina, zucchero, e un'po' di liquore d'anice e qualche pizzico di semi di questa pianta. Vengono ben cotti, croccanti, ma devono rimanere sottilissimi, come un velo, e fragilissimi come una bolla di vetro. Diventando una vera delizia per tutti i Buongustai.
Fonte: il vero brigidino di Lamporecchio
L'ANTICO PROCESSO DI PRODUZIONE
Faticoso e lungo il procedimento per la realizzazione dei Brigidini, veniva fatto un impasto con gli ingredienti, e poi lavorato a mano sulla spianatoia, con grande energia, fino ad arrivare ad una giusta consistenza, veniva allungato in filamenti cilindrici con spessore sottilissimo. Con uno stampo dalla forma simile alla tenaglia terminante con due dischi imbevute d'olio, precedentemente scaldato su fiamma viva, venivano posti 6 o 7 pezzetti di pasta della dimensione di una nocciola. Chiudendo lo stampo, ipezzetti di pasta si comprimevano, trasformandosi in cialde tonde. I dischi rivenivano posizionati sul fuoco e ruotati per essere riscaldati da entrambi i lati. Fatti raffreddare si aprivano i dischi e i brigidini erano pronti, dorati e profumati d'anice. Venivano fatti raffreddare, in un cesto, cosi' che potessero assumere la forma ondulata, caratteristica di questo dolce.
Brigidini di lamporecchio
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