Friariello napoletano

Friariello napoletano
STORIA
I friarielli, verdura e tipica specialità napoletana è di umili origini.  In passato la città di Napoli infatti era piena di orti e di terrazzamenti coltivati digradanti per le colline di Posillipo e del Vomero. Ed è proprio lì, al Vomero, che i friarielli furono in origine coltivati, tanto da far chiamare la collina del Vomero appunto  “o coll' de friarielle”.
I napoletani, per dare più sostanza e rendere più calorico questa verdura,spesso unico cibo di sostentamento,  pensarono di friggerli in cospicue porzioni disugna,  “a ‘nzogna”, ovvero lo strutto.
Secondo alcuni il nome friariello deriva dal casigliano “frio – grelos”, ovvero broccoletti invernali, altricredono derivi dal verbo napoletano “frijere” cioè friggere, che è il modo migliore per cucinare questa verdura.
ZONE DI COLTIVAZIONE
Oggi sono coltivati prevalentemente nelle aree interne della Campania,soprattutto nell'afragolese (ovvero la zona a nord-est di Napoli, inparticolare i comuni di Acerra, Afragola, Caivano, Cardito e Casoria) e, in misura meno consistente, nella fascia appenninica
(province di Avellino e Benevento), in maniera minore nell'agro nocerino-sarnese.
DESCRIZIONE ED UTILIZZO IN CUCINA
I friarielli sono molto simili alle cime di rapa, ma con infiorescenze appena sviluppate. Si trovano sul mercato tutto l'anno, anchese la qualità migliore è quella del periodo che va dall'autunno inoltrato agli inizi della primavera. Devono essere raccolti nel momento in cui le infiorescenze non sono troppo mature, ma nemmeno troppo acerbe. Bisogna avere una grande pazienza ed esperienza nel pulirli, o “ammonnarli” come vuole la lingua napoletana. Le infiorescenze non ancora aperte e le foglie più tenere sono la parte commestibile; bisogna scartare il fusto legnoso e le foglie più vecchie ed ingiallite. 
Si soffriggono, ancora ben grondanti di acqua, in padella con olio extravergine d'oliva ben caldo in cui si è leggermente soffritto molto aglio e peperoncino.Vengono accompagnati da salsicce di maiale, meglio se  "a punta di coltello", cotte nella stessa padella dei friarielli. 
POESIA
FRIARIELLI
‘Aguagliona, era na' rapa.
Nunteneva proprio capa;
quannojeva dint'a scola
 nun capeva ‘na parola.
“Quantosoffro, nun se sape
(s'achiagneva, ‘a cim'e rape).
E'campànun me ne firo..
Sache faccio? I' mò m'acciro!”
Dittonfatto, ‘a copp'o scuoglio
semenaje pe dint'all'uoglio.
Machest'uoglio era vullente.
Chedulore, che turmiente!
“Emò sì, ca songo fritte!”
“Vrucculè,stateve zitte!
Orasite  assai chiù belle:
diventastefriarielle!”
Ros
Inserito da Ros - Buonumore in Cucina
22/08/2011 16:36:37

I PRODUTTORI

LE RICETTE

http://buonumoreincucina.blogspot.com/2011/08/i-friarielli-campani-la-mia-prima.html
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http://buonumoreincucina.blogspot.com/2011/04/le-mie-polpette-di-friarielli.html
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http://trapentoleecoperchi.blogspot.com/
http://lacucinadianicestellato.blogspot.it/2012/02/linguine-friarielli-e-salsiccia.html
http://lacucinadianicestellato.blogspot.it/2008/05/friarielli-pizza-ai-friarielli-e.html
http://acucinaemamma.blogspot.it/2012/04/i-friarielli.html

APPROFONDIMENTI

http://www.frierielli.it
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