PRODOTTO
La Sicilia, in aggiunta alla coltivazione degli agrumi che sono ben noti e che interessano un po' quasi tutto il suo territorio, ha una capace produzione di alcuni frutti che sono diventati caratteristici e specifici variegali per alcune zone che le rendono uniche. Nel territorio dell'agro palermitano, dove il clima temperato e subtropicale ha permesso l‘introduzione di alcune varietà che con il passare del tempo si sono stabilizzate in alcune zone e ne hanno fatto una precisa entità caratteristica: è il caso del kaki a Misilmeri. Il circondario di Misilmeri (l'antico casaledell'Emiro), che appartiene alla parte estrema di quello che si può considerarela “Conca d'oro, conserva ancora una lussureggiante vegetazione tuttora ricca di agrumeti. Intercalata in questa predominante coltura, cresce una insolita prominenza arborea, Il “Kaki” o Diospiro, noto con il comune nome di loto del Giappone, albero della famiglia delle Ebenacee originario della Cina settentrionale e del Giappone, piante sempreverdi e cespugliose, che genera un frutto cioè una grossa bacca quanto una mela, dalla buccia levigata e dalla vivace colorazione mattone denominato in dialetto Kakì in cui viene accentuata la ì, alla francese, o cachi detto anche loto.
STORIA
Giunto in Europa verso la fine del XVI secolo, arrivò in Italia attraverso la città di Firenze ed il primo albero di Kaki venne impiantato nel giardino di Boboli. Coltivato in questa zona copiosamente soprattutto per i suoi frutti commestibili e saporiti, dalla polpa carnosa e deliquescente, anticamente fu utilizzata come pianta ornamentale. Proprio per questa sua ultima utilizzazione, sicuramente arrivò in questo territorio, visto che a Misilmeri nel 1692 si potè realizzare il primo orto botanico che si inserì perfettamente nel grande risveglio scientifico d'Italia e d'Europa.Difatti si deve d'allora Don Francesco Bonanno del Bosco Sandoval, principe della Cattolica e duca di Misilmeri, attento osservatore della natura, di aver creato in questo piccolo villaggio nel XVI secolo con la collaborazione del padre Francesco Cupani da Mirto, francescano, un rigoglioso giardino ricco d'ogni pianta rara, esaltandolo a considerarlo il più importante d'Europa ed uno dei più antichi in Italia a livello accademico. Bernardino Ucria nella classificazione delle piante dell'orto Botanico palermitano nel 1789, ubicato sul civicobastione di Porta Carini, lo descrive come albero siciliano molto diffuso come il frutto di “lignu Santu”. Il genere diospyros dal greco dios = Giove e pyros= frumento, letteralmente definito “cibo degli dei” per l'elevata bontà dei frutti.
Casette di panna cotta con tetto di cachi
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Coulis di loti ed amaretti
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Sole di loto
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Gelato di cachi con crema diplomatica alla nocciola
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Muffin ai cachi e melagrana
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Frullato di cachi e pera
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Kaki al forno
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Cheesecake in bicchiere ai kaki di misilmeri
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Sagra del kaki di misilmeri
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