Tartufo veronese

Si ha notizia del tartufo sin dagli antichi greci, sino ai golosi contemporanei. I romani ghiottissimi Sia Apicio che Giovenale ne raccontarono i modi per cucinarli, e ne elogiarono la qualità. Nei tempi moderni, ricordiamo che ne andava ghiotto sia Rossini che Papa Gregorio IV. Si narra che anche Napoleone, nella sua campagna militare a Verona abbia assaggiato e si fosse interessato ai tartufi di Lessinia. Lui amante dei piatti raffinati e delicati. Ad interessarsi della presenza dei tartufi nel veronese fu il Regio Prefetto conte Luigi Sormano Moretti nella sua “Monografia della provincia di Verona” (Firenze 1904).

Fonte: mondo agricolo veneto

Tuber melanospirium, proveniente da tartufaie naturali, si presenta tondeggiante con un superficie verrucosa e irregolare, di colore nero. Emana un forte odore caratteristico, e ben conosciuto. A seconda della maturazione si  presenta con colori diversi, se molto maturo la sua scorsa sarà di rosso molto cupo e il suo nero più tendente al  violaceo.

Viene raccolto per mezzo dei  cani, la zona interessata e' nella Comunità del Baldo e della Lessinia. Il cane segnala il tartufo e il raccoglitore con una zappetta a manico corto scava con delicatezza fino a scoprirlo, viene ricoperta la buca con della terra. Prima di procedere all'estrazione, bisogna essere attenti conoscitori e capirne il giusto grado  di maturazione, infatti il suo profumo si amplifica con una maturazione avanzata. Maturazione che avviene nei  mesi fra Novembre e marzo. Le tartufaie naturalisi presentano sotto forma di terra a forma circolare, che si incontrano  nei boschi, oppure accanto a ad alberi isolati. Ove il tartufo crescespontaneo. L'immissione sul mercato  e' immediata, per quanto riguarda i processi di lavorazione e conservazione vengono usati normali locali deposito.

Fonte: mondo agricolo veneto